Con l’avvento delle tv a pagamento, sono stati catechizzati una massa di giovani giornalisti (oggi prevale più l’aspetto fisico che l’esperienza ed il valore professionale) per fare dire loro che il calcio é ancora un grandissimo spettacolo, perché bisogna vendere abbonamenti. Per esempio, se volete comprare la maglia del PSG con Mbappé, avete diverse opzioni. Per esempio, nel libro ho scritto che hai da sempre le foto sulla carta di identità con la maglia del Vicenza… Nonostante i richiami alla storia bianconera la maglia aveva però i tratti caratteristici di un kit contemporaneo: lo slim fit estremo da supereroi Marvel disegnati da Rob Liefeld o da Giroud all’Arsenal, lo sponsor tecnico (nascosto elegantemente in nero su nero), oltre ad una disponibilità limitata per il pubblico (1897 pezzi 😏) e quindi un prezzo da collezionismo. La maglia blu e gialla della Juventus è bella da sempre: è un grosso cambiamento dal kit usuale, è legata alla città di Torino, è sempre riconoscibile. Notevole anche la divisa di cortesia con un blu notte minimo con dettagli bianchi mai eguagliato davvero. L’approccio più elegante e vincente è quello del debutto del giallo della stagione 1983. Il colore acceso è bilanciato dal blu solito della divisa di cortesia nel bordino della manica (strisciolina a maniche corte, polsino raffinato con le maniche lunghe), negli sponsor e nel finto colletto a V. In particolare, la più bella è quella della finale di Coppa delle Coppe col Porto, vinta dai bianconeri per 2 a 1, senza lo sponsor Ariston, che la rende una maglia semplice e cool, con dei segni misterici come i due uomini schiena a schiena e il cerchio tricolore sovrastato da due stelle, come di una loggia massonica per nulla timida.
In occasione dei suoi 120 anni la Juventus è scesa in campo contro il Benevento con indosso una divisa celebrativa archetipica: undici strisce bianche e nere rigide, fini, e il rettangolo dorato classico sopra il cuore per contenere le stelle degli scudetti. Di quell’anno esteticamente fecondo è anche la misteriosa maglia celeste, mai utilizzata prima e mai utilizzata dopo, unicum portata solo nella trasferta di semifinale di ritorno contro i polacchi del Widzew Lodz. C’è invece una certa fanciullezza nella Juventus 2002-2003, nella sua maglia, nella sua annata stratosferica finita con un tonfo clamoroso all’Old Trafford, ai rigori contro il Milan, nelle partite storiche giocate quell’anno e nell’aver superato facilmente Barcellona e Real Madrid ai quarti e in semifinale di Champions, con gol bellissimi. La premiata è la versione della coppa, per le grandi occasioni, che nella mise regolamentare differiva per la riga centrale bianca, decisamente cheap – anche se c’è chi lo portava bene, come Boniek con la collanina comprata in spiaggia più un’altra in cui non voglio capire cosa c’è scritto.
E forse era vero: guardate che bella l’erba, le macchine fotografiche, o anche il sole del Friuli (quando mai c’è stato questo sole a Udine?!). Disse che era povera gente che lo aveva fatto per uno stato di bisogno, anche se non ebbe mai dubbi che il killer fosse Ceraulo, per via delle mani ? Un solo giocatore, il più grande, Maradona, se n’è infischiato ai Mondiali delle trappole difensive sconvolgendo l’intera difesa della nazionale inglese e poi di quella belga per andare trionfalmente in gol. Pazza Inter ha de facto sostituito l’inno ufficiale nerazzurro nelle occasioni pubbliche – come la trasmissione allo stadio prima delle partite casalinghe – per quasi tutto il primo decennio del XXI secolo; il suo utilizzo è stato però interrotto dal club interista a partire dalla stagione 2012-2013, a causa di un mancato accordo economico tra la società nerazzurra e Rosita Celentano, detentrice dei diritti della canzone. Prima che Savage, nel 1903, facesse il colpo di telefono al suo amico di Nottingham per farsi inviare quelle curiose divise a strisce bianche e nere, il Football Club Juventus ha cambiato colori societari: dal bianco con cravattino nero a rosa col cravattino nero a cavallo tra i due secoli, per distinguersi dalle altre società che giocavano a pallone.
A chiudere la conferenza il direttore sportivo Giorgio Perinetti: “Queste maglie sono bellissime, ricordo che le maglie del Venezia erano le più belle della serie A e chi la indossa deve sapere che sopra di sé, oltre ad una società importante ha anche una storia e una tradizione sportiva di tutto rispetto. La parola è passata poi al direttore generale del club, Dante Scibilia, che prima di concentrarsi sulla presentazione delle maglie, ha fornito un’analisi della stagione appena conclusa: “Abbiamo grandi progetti e prospettive ma non dobbiamo dimenticare da dove veniamo – ha dichiarato – Grazie al lavoro del presidente, in questo ultimo anno la città si è riunita con i propri tifosi e la politica non ci ha mai fatto mancare il proprio supporto. Insomma, mi piace pensare che alla creazione di questa divisa che richiama il colore classico della squadra con il twist di fucsia e dettagli bianchi, abbia partecipato proprio lui, Pogba; ne è venuta fuori una delle maglie più casualmente cool della Juventus. Ieri Giorgio Perinetti ci ha regalato un attaccante di categorie superiori completando la rosa che da lunedì sarà a disposizione di mister Inzaghi, oggi presentiamo le maglie che i nostri giocatori indosseranno in quella che mi auguro sarà una stagione straordinaria per il nostro club.
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