Si è parlato del passato, del presente e di quello che verrà, dell’evoluzione del primo torneo nazionale di calcio a 7 rivolto esclusivamente ad atleti con disabilità intellettivo relazionale promosso dalla Figc con il sostegno del Csi (Centro sportivo italiano), grazie alla collaborazione di tutte le componenti del mondo del calcio. Certezza che sarebbe stata assicurata da Perin o Consigli, che al momento fanno miracoli a Genova e Sassuolo pur di guadagnarsi la chiamata di un grande club o della Nazionale. Si tratta di un percorso espositivo attraverso i momenti più esaltanti della storia della Federazione; in vetrina i trofei vinti dalla Nazionale italiana di calcio e alcuni cimeli dei giocatori più rappresentativi che hanno vestito la maglia azzurra: dalle Coppe del Mondo del 1934, 1938, 1982 fino all’ultimo trionfo del 2006, passando dalla Coppa Europa del 1968 e alcune maglie storiche come quelle di Giovanni Ferrari (1934), Giacinto Facchetti (1968) e Paolo Rossi (1982). La mostra, giunta alla sua sesta tappa, raggiungerà 14 città italiane. Il risultato parla chiaro sull’andamento dell’incontro, qualche equivoco nasce invece dalle ricostruzioni a posteriori, in particolare dalla memoria di Bertolucci che riferisce di un 19 a 13 e di un Pasolini che abbandona il campo stizzito per non essere stato coinvolto nel gioco dai compagni più bravi di lui.
Ne parlava il poeta Giovanni Giudici qualche mese fa, in un convegno sul tema della malinconia in svolgimento al Teatro Argentina di Roma, dove nel pomeriggio avrebbe dovuto leggere una scelta dei suoi versi. Anni dopo quel campo avvolto di nebbia sarebbe entrato in alcuni versi di Giudici, per un malinconico ricordo dell’amico da poco scomparso. Mia madre è morta di tubercolosi quando avevo sei anni. La carriera di 14 stagioni di Ken Houston è iniziata nel 1967 agli Houston Oilers, con i quali avrebbe trascorso sei anni impressionanti. “Ammazzete quanto sei moscio oggi, Alvà! Quanto alla squadra di Bertolucci, le divise erano opera fantastica della costumista di Novecento (un lavoretto in più, da aggiungere ai circa quattromila costumi già elaborati per il film) Gitte Magrini: maglie viola copiativo con le cifre 900 in giallo verticale, calzettoni a strisce multicolori destinati a sviluppare, per il gioco di gambe, un effetto caleidoscopico (e psichedelico) tale da rendere difficile l’individuazione del pallone ai rivali”. Il 16 marzo, giorno del compleanno di Bertolucci, su entrambi i set le riprese sono sospese, per lasciare la possibilità, alle due compagnie, di allestire ciascuna la propria rappresentativa calcistica.
Di frequente considerazioni, chiacchiere e sfottò calcistici entravano nella corrispondenza tra i due, laddove i più ingenui immaginerebbero invece, in uno scambio epistolare tra due poeti, maglia roma 2024 25 solamente discussioni letterarie o toni seriosi. Tra i passaggi e gli stop si facevano due chiacchiere. Ebbene, sulla base dello studio di Quinn e dei suoi collaboratori dell’Università di Dublino è risultato che dei tre gruppi di studio (portieri, giocatori di movimento, altri volontari non giocatori) gli estremi difensori hanno evidenziato una finestra di legame temporale più rispetta degli altri due gruppi. Uno fra gli italiani dei più anziani, Serantoni Pietro, aveva quel giorno un alluce rotto ma lo confessò solo anni dopo al prete del paese. Per i tifosi più appassionati, abbiamo anche le maglie replica dei giocatori più amati, come la maglia di Ronaldo o quella di Messi, che ti permettono di sentirti un campione ogni volta che la indossi. Tra di noi c’erano cinque-sei giocatori buoni, il resto soltanto molta voglia.
Tutti conoscevano la passione di Sereni per l’Inter, come del resto tutti erano al corrente dell’altrettanto coriacea fede di Pasolini nel suo Bologna. Nel palazzone televisivo, in questi giorni di vigilia, si succedono riunioni per definire il programma della cerimonia inaugurale: il generale Videla e i suoi più stretti collaboratori vorrebbero ampliare i tempi parzialmente previsti e assumere vesti di veri e propri protagonisti (…) La Rai-TV sembra orientata a saltare a pié pari la cerimonia inaugurale, collegandosi con lo stadio del River solo poco prima del calcio d’inizio. Luogo deputato all’incontro è il campo della Cittadella, poco distante dal Tardini e ancor oggi sede degli allenamenti del Parma, all’epoca in serie B. Il festeggiato non scende in campo, si limita a parteggiare per i propri colleghi dalla tribuna; Pasolini, inutile dirlo, per nulla al mondo avrebbe perso l’occasione di prendere parte a quella partita: nel ruolo di ala, come di consueto.