Il gioco del calcio approdò in riva al Mincio per merito di due pionieri: Ardiccio Modena e Guglielmo Reggiani. Entra frattanto in gioco l’avvocato veneziano Gianalberto Scarpa Basteri, che nel maggio 2015 aveva acquistato all’asta fallimentare i marchi delle disciolte S.S.C. Le parti per diverso tempo si scambiano accuse di inadempienza, dopodiché il 14 luglio i soci romani annunciano di non essere in grado di onorare le spettanze e di non voler ricorrere contro l’esclusione dal campionato di Lega Pro: questo sancisce definitivamente la fine del Mantova Football Club, nato nel 2010. Nel frattempo Serafino Di Loreto e Sandro Musso avevano rilevato il Rezzato, neopromosso in Serie D: con la cessazione del club virgiliano, essi mettono sotto contratto numerosi ex giocatori biancorossi, compreso il capitano Gaetano Caridi, che andrà a chiudere la carriera di giocatore proprio nella società bresciana. Soprannominato The Maestro, è il recordman di presenze nel Fulham, nelle cui file ha militato per tutta la sua carriera tra gli anni ’50 e ’70. Un po’ perché Donati e gli altri protagonisti della spedizione della Nazionale giovanile in Israele hanno adesso l’età giusta per tracciare un primo bilancio della loro carriera (tra i 26 e i 28 anni), un po’ perché quella manifestazione fu per loro un buon palcoscenico (l’Italia giocò bene, arrivò in finale e si arrese solo all’inarrivabile Spagna di Isco, Morata, Thiago Alcantara, De Gea e Koke), un po’ perché a essere attratti dalle loro prestazioni non furono solo club italiani, ci è parso che l’insieme degli azzurrini scelti da Devis Mangia per la fase finale degli Europei Under 21 del 2013 sia un campione statistico ristretto, ma allo stesso tempo significativo.
Di proprietà dell’Inter, ma di fatto mandati in prestito in Serie B, la scelta dei due di lasciare l’Italia in direzione Bundesliga (Werder Brema per Donati, Bayer Leverkusen per Caldirola) arrivò all’indomani di un torneo in Israele giocato da titolari e fu probabilmente dettata dalla speranza di ripercorre le orme di Barzagli.3Nell’estate del 2008 si trasferì da Palermo al Wolfsburg per 14 milioni di euro. Insomma, il quadro che questa analisi, pur se sommariamente, delinea non è positivo: se molti degli azzurrini di Israele 2013 hanno avuto l’opportunità di misurare le proprie capacità in club europei di livello e non hanno sfondato, vuol dire che i campioni in quella intera generazione di giovani non abbondavano. In media, i protagonisti della fase finale degli Europei Under 21 del 2013 sono stati tesserati da squadre non italiane in due delle ultime otto stagioni2Partiamo dalla stagione 2011/12 perché è il 2011-2013 il biennio di riferimento per l’Europeo Under 21 che celebrò la sua fase finale in Israele; il dato sale a 2.43 stagioni se consideriamo coloro che scesero in campo nella finale contro la Spagna e a 3.28 stagioni se ci restringiamo ai quattordici che all’estero ci sono poi andati davvero. Siamo a metà dell’opera di analisi, ma vi rassicuriamo subito: con gli altri sette ex Under 21 faremo prima.
Ogni riferimento a Tavecchio, a Ventura, alla polemica sui troppi stranieri in Serie A e all’eliminazione dalla fase finale di Russia 2018 non è casuale, anche perché, tra gli azzurri scesi in campo contro la Svezia, gli ex Under 21 del biennio 2011-2013 erano cinque: Verratti, Immobile, Insigne, Florenzi e Gabbiadini. Tra loro, infatti, un solo giocatore dato in prestito tanti anni fuori (Davide Santon che l’Inter tenne tre anni e mezzo in Premier League al Newcastle) e per il resto solo esperienze fugaci e/o fuori dai campionati che contano davvero: Paloschi allo Swansea City allora allenato da Guidolin; Marrone allo Zulte-Waragem, in Belgio, le cui sirene hanno attratto anche Leali, reduce da un anno non troppo soddisfacente con l’Olympiacos; Bardi all’Espanyol per metà stagione nel 2015/16, senza tuttavia scende mai in campo in Liga; Fausto Rossi, che nel 2013/14 andò in Liga, Real Valladolid e Cordoba, poi tornò a giocare in Serie B e adesso è all’Universitatea Craiova, in Romania. Il Mantova si impone per 2-0 e distanzia di 9 punti la seconda a tre giornate dal termine. Un 2015/16 strepitoso con il Sassuolo, impreziosito da una punizione che mise ko la Juventus, e il signor Mapei che ebbe 13 milioni di ragioni per venderlo al Villareal, squadra ambiziosa nonché semifinalista di Europa League in quella stessa annata 2015/16. Una buona prima stagione al servizio del sottomarino giallo, poi dal cambio allenatore Escribà-Calleja Nicola è stato utilizzato sempre meno.
Abbiamo vinto persino a Tempio, dove per anni abbiamo preso solo batoste; alla Pischinaccia c’era il pubblico a bordo campo, migliaia di persone, e meno male siamo saliti a centinaia da Sassari per sostenere la squadra. Lorca è una bellissima città in un altrettanto bella regione, la Murcia appunta, denominata “il giardino di Spagna” per il suo territorio verdeggiante e, non di meno, la sua intensa produttività in fatto di ortaggi, col broccolo in particolare che la fa da padrone (non a caso il club cittadino è denominato “Il broccolo meccanico“): alle sagaci menti che hanno pensato la seconda maglia di questa stagione del La Hoya l’ossessione per il broccolo ha superato la realtà, spingendoli così a creare una casacca in cui sono stampati centinaia di piccoli broccoletti, che invadono come ovvio anche i pantaloncini risultando in una trovata che farebbe impallidire De Laurentiis (tra la terza del Napoli e la seconda del Lorca, la maglia davvero mimetica è quella degli spagnoli).
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