blog42_fusakle Forse è questa fanciullezza, forse è lo sponsor tecnico Lotto oggettivamente bruttino che però è riconoscibilissimo, sarà la custodia nera del bianconero all’interno, la sua vestibilità larga e goffa che ricorda i fisici non iperatletici del calcio contemporaneo (Emerson sei tu?) e il taglio lungo, ma questa maglietta è di un cool ingenuo, che trasuda un po’ di misticismo. Nonostante i richiami alla storia bianconera la maglia aveva però i tratti caratteristici di un kit contemporaneo: lo slim fit estremo da supereroi Marvel disegnati da Rob Liefeld o da Giroud all’Arsenal, lo sponsor tecnico (nascosto elegantemente in nero su nero), oltre ad una disponibilità limitata per il pubblico (1897 pezzi 😏) e quindi un prezzo da collezionismo. L’elegante total black, che sta bene con tutto, si scontra un po’ con l’inizio di stagione e le polemiche totalmente non cool che riguardano la scritta “30 sul campo” e le squalifiche dell’allenatore in carica Antonio Conte e del suo secondo Alessio; però vanno a braccetto con una certa sicurezza in campionato, con un’annata che ha confermato che quello dell’anno precedente non era solo un suicidio del Milan ma anche un’invenzione di Conte e del gruppo Juventus fatta di gente che, vestita tutta di nero, era fica.

Visti i successi di quell’anno il kit con la stella è diventato quasi un feticcio, simbolo di rinascita: un indumento a cui, prima di tutto, si vuole bene. C’è invece una certa fanciullezza nella Juventus 2002-2003, nella sua maglia, nella sua annata stratosferica finita con un tonfo clamoroso all’Old Trafford, ai rigori contro il Milan, nelle partite storiche giocate quell’anno e nell’aver superato facilmente Barcellona e Real Madrid ai quarti e in semifinale di Champions, con gol bellissimi. Il resto lo fa il design del kit di cortesia della Juventus di quell’anno: il blu pervade tutto e lascia spazio solo agli sponsor, rigorosamente in bianco, e allo scudetto con la stella; i dettagli bianchi e neri dell’elastico nelle maniche e del colletto fanno il resto, misti al colletto avveniristico da divisa dell’Enterprise. La maglia è elegante, Baggio ha il Pallone d’Oro e lo mostra nelle foto con quell’imbarazzo umile che lo rende amato da tutti, Conte e Vialli hanno ancora i capelli e i portieri indossano divise psichedeliche che ora se le compra Kevin Parker su eBay e se le mette per suonare. Ma la conoscete tutti, sapete benissimo di cosa stiamo parlando.

Con lei ho fatto ogni cosa possibile e qualche settimana fa, sua mamma, volendoci fare una sorpresa, ci ha portate al mare. Sondato il terreno alla vana ricerca di un mecenate amico che ci aiutasse, non restava che andare in banca e accendere un mutuo e così abbiamo fatto. Ma il mutuo va pagato e noi contavamo nell’aiuto del Popolo Granata, che non si è fatto attendere. La compostezza con quel pizzico di originalità e le storie che girano sulle vere motivazioni del colore bianco e nero, insieme ad un amore forte per la tradizione e per quel colore inusuale hanno fatto il resto della storia. Lo sponsor Jeep che capeggia sulla bocca dello stomaco non è solo sponsor, è anche una dichiarazione abbinata al colore della T-shirt: passiamo sopra tutto. La Juventus da qualche anno è all’avanguardia nel tentativo di valorizzare il proprio brand, cercando di diventare spendibile nella vita di tutti i giorni anche dai giovani più hip, fargli indossare la maglia sotto le felpe di riviste di skate. Innanzitutto la maglia classica bianca con un gradiente particolare di Rosso. La seconda maglia di quell’anno, portata anche la stagione successiva, è particolarmente indicativa di questa tendenza: il rosa acceso, non leggero come da classico Juve, accompagnato da una ENORME stella dal contorno nero (ma dall’interno dello stesso rosa aggressivo) e lo sponsor Balocco con l’ovale rosso e la scritta bianca.

La bellezza di questa maglia sta anche nel dettaglio degli omini spalla a spalla della Kappa colorati di verde scuro, che spezzano il bianconero come se fossero un monile prezioso. Ricorda quelle magliette dei gruppi musicali che si usavano spesso per uscire in qualsiasi occasione durante l’adolescenza, e che poi vengono lentamente declassate a maglia-per-il-mare o maglia-del-pigiama, ma per cui si prova un affetto grosso e che alla fine non butterete, come la vostra maglia dei Darkthrone. Ci sono le sue foto più belle del periodo con Cristiana, l’amore entusiasmante della sua vita, una storia che merita di essere raccontata con calma, in altra occasione. In occasione dei suoi 120 anni la Juventus è scesa in campo contro il Benevento con indosso una divisa celebrativa archetipica: undici strisce bianche e nere rigide, fini, e il rettangolo dorato classico sopra il cuore per contenere le stelle degli scudetti. Quando indossarla: va bene per l’ufficio con le sue strisce austere, laboriose, con un contrasto deciso. Quando indossarla: quando incontri i genitori della tua fidanzata, perché è seria ma non serissima, si sposa benissimo con le Clarks e i jeans chiari e tra l’altro è perfetta per giocare a golf quando il padre di lei ti porta al country club.

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