close up shot of a calico cat Forse non ti offriremo la possibilità di scegliere la maglia da calcio del tuo club preferito, ma lo sapevi che puoi personalizzare il disegno del giocatore sulla tua maglia con il tuo viso o con quello del tuo amico? A Saul quell’esordio non andò particolarmente bene, anche se poi nel corso della sua gloriosa carriera, trascorsa in parte con la maglia nerazzurra, ha dovuto affrontare ambienti ben più caldi, soprattutto le avventurose trasferte in Sudamerica per giocare la Coppa Intercontinentale. È un cristiano praticante e fa parte dei gruppi Locos Por Jesus e Atletas de Cristo. Ricordo in particolare una partita, la semifinale di ritorno della Coppa dei campioni contro il Barcellona: all’andata avevamo vinto 3-1 dopo novanta minuti memorabili. Ora Nicolino va a raccogliere l’abbraccio della sua gente sotto la curva, superando anche lo sbarramento di neve spalata a bordo campo prima dell’inizio della partita, mentre Pizzul, la voce rotta dalla commozione, sembra Victor Hugo Morales nella famosa telecronaca del gol di Maradona contro l’Inghilterra, quella del “barrilete cosmico”. ”, un po’ come sei anni prima Martellini gridò tre volte “Campioni del mondo” al Santiago Bernabeu. La squadra, a seguito della vittoria casalinga contro l’AlbinoLeffe, chiude il girone d’andata al terzo posto, a sole sei lunghezze dal primo posto.

clsoe up of a cat Dopo aver collezionato 30 presenze con 14 gol nelle nazionali giovanili ceche, il 4 settembre 2015 esordisce in Under-21 contro Malta segnando una doppietta che permette ai cechi di vincere 4-1. Ottiene ulteriori 11 presenze in Under-21, riuscendo a segnare altri 9 gol. Dopo ottantaquattro minuti di sofferenze inenarrabili, quando ormai sembrava che potessimo uscire a riveder le stelle, Piquè, difensore del Barça, segna l’1-0: a quel punto solo un gol bastava al Barcellona per eliminarci. È il gol del 2-0 con cui l’Inter espugna l’Olympiastadion di Monaco di Baviera nell’ottavo di finale ‘nobile’ di quella Coppa Uefa; dieci minuti prima Aldo Serena ci aveva portati in vantaggio. Fa un freddo cane quella sera del 23 novembre 1988 a Monaco di Baviera, con un po’ di immaginazione si può vedere la nuvoletta di condensa gelata uscire dalla bocca di Bruno Pizzul, eroicamente appollaiato in cabina di trasmissione per un classico mercoledì di coppa su Raiuno.

In quel momento abbiamo vinto la Coppa, troppo scontata la finale col Bayern Monaco. Sono molto provato. Il tempo che ho avuto è stato di tre giorni e credo che essendo un momento di difficoltà è venuta fuori la forza di questa squadra. «Un giocatore molto eclettico, che ha vestito le maglie sia della Spal che dell’Inter, è stato Saul Malatrasi, capace di giocare in tutti i ruoli della difesa, da marcatore a libero (spesso nella Grande Inter sostituiva capitan Picchi), a mediano e anche terzino, benché non amasse particolarmente quest’ultimo ruolo. Soltanto Teresa, mia moglie, oltraggiosamente juventina, era ammessa in salotto, anche perché non avrei avuto argomenti abbastanza convincenti per buttarla fuori da casa sua. Al momento della firma, l’allenatore Glenn Hoddle disse che Keane era l’ideale per il Tottenham e che egli avrebbe potuto fare di White Hart Lane la propria “casa spirituale” per gli anni a venire. E da allora, ogni 28 di aprile, a casa mia si festeggia San José».

Mi aggrappo a quell’immagine e comincio a recitare una preghiera laica dedicata a San José da Setubal e, miracolosamente, io e l’Inter sopravviviamo fino alla fine. Mi ha raccontato di quel famigerato Inter- Spal 8-0 della stagione 1958/59, la sua prima in biancazzurro; lui che, appena ventenne, esordiva a San Siro, l’incredibile emozione di trovarsi in uno stadio del genere ad affrontare campioni come Skoglund e Angelillo. 1963-64 – 3º nel girone B della Prima Categoria FVG. Con l’inizio dell’era Zamparini, e grazie all’integrazione delle due rose del Venezia e del Mestre, la squadra venne subito promossa in C1 (stagione 1987-1988) e nell’anno successivo ottenne la salvezza che le permise di mantenere la categoria (Serie C1). Una delle realtà più originali che animarono la scena musicale milanese e italiana, a partire dagli anni Settanta, risponde al nome di Area. Che fosse il nostro anno dovevamo intuirlo anche dal fatto che un vulcano islandese dal nome impronunciabile proprio in quei giorni aveva deciso di eruttare, mettendo in ginocchio il traffico aereo europeo e costringendo il Barcellona a farsela in pullman fino a Milano. Terminò male perché perdemmo i play out proprio contro l’Ischia, ma facemmo una rimonta sensazionale. Dalla gara contro il Craiova del 3 agosto 2017 sulla transenna del primo anello blu è esposto lo striscione del gruppo Nativi Milano mentre dalla gara contro la Juventus del 31 marzo 2018, la Curva Sud Milano ha esposto il nuovo striscione che occupa la transenna principale al secondo anello.

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