Si tratta della maglia utilizzata da Riva in una partita del Mondiale di Calcio del 1974, svoltosi in Germania e vinto dai padroni di casa sulla grande Olanda di Cruijff. Proprio in quel mondiale Riva disputò la sua ultima gara in maglia azzurra, Italia-Argentina (1-1). Infine un altro cimelio interessante è la maglia numero 11 della Nazionale dell’Unione Sovietica, indossata dal Pallone d’oro Oleg Blochin nella partita amichevole del 20 gennaio 1977, Italia Under 21-URSS (1-2). La maglia di lana a maniche lunghe (stima 6-7 mila euro) ha sul davanti la scritta rossa in alfabeto cirillico (CCCP). La maglia adidas ClimaCool numero 10 con lettering Del Piero costa 160 dollari australiani, cioè 130 euro, che moltiplicato per una stima di 30mila unità porta il totale a circa 4 milioni di euro (Del Piero prenderà una percentuale su ogni sua maglietta del Sydney FC venduta). La maglia (stima 8-10 mila euro) fu donata dallo stesso Maradona all’avversario Agostinelli nella 15° giornata di Serie A del 22 dicembre 1985, al termine della partita Napoli-Avellino (1-0). Ha invece il logo ricamato della nazionale brasiliana e al centro l’autografo completo con nome e cognome di Edson Pelé, la maglia numero 10 del grande campione che rappresenta uno dei lotti più interessanti dell’asta Bolaffi (stima 8-10 mila euro).

La squadra stima di vendere 30mila maglie numero 10 di Del Piero del Sydney FC quest’anno, per un totale di ricavi vicino ai 4 milioni di euro. A confermare l’odore di tarocco, il fatto che il prezzo del kit completo su Suning sia di 25 euro (calzini compresi), mentre per maglietta e pantaloncini ufficiali per bambino costano da soli circa 100 euro. In un anno le sole divise del Sydney FC potrebbero ripagare il club dello sforzo economico per avere in squadra Del Piero e al termine dei due anni portare 8 milioni di euro di ricavi lordi. Certezza che sarebbe stata assicurata da Perin o Consigli, che al momento fanno miracoli a Genova e Sassuolo pur di guadagnarsi la chiamata di un grande club o della Nazionale. È appartenuta ad un altro mito del calcio italiano, Gigi Riva, la maglia numero 11 della Nazionale che verrà battuta all’asta il 14 dicembre. A Lisbona, i giocatori della nazionale hanno mostrato i loro limiti.

Per i giocatori di movimento il discorso è analogo, con l’aggravante di aver importato un numero massiccio di stranieri mediocri. E non è una mera questione economica, perchè questi giocatori prendono stipendi milionari pur non dando un reale contributo alla causa. La special collection in questione riprende quelle caratteristiche della terza divisa dell’attuale stagione calcistica che hanno fatto breccia nel cuore dei tifosi del Parma. Il nocciolo della questione risiede nella miopia dei grandi dirigenti del nostro calcio, che non riescono a vedere le potenzialità dei nostri ragazzi cresciuti a pane e calcio nei vivai dello stivale. Ed il più delle volte lo fanno in favore di ragazzi che non hanno né il talento né il pedigree dei giovani italiani. Oppure noti che in difesa, laddove sono stati acquistati Richards, Alex e Vidic o dove trovano spazio Campagnaro, Rami e Maggio, ci sono giovani italiani che valgono più di loro. Ben vengano campioncini come Dybala, Vazquez, Kovacic e Cuadrado, non sono certamente loro il problema. Chitoi: Ma ti ripeto, per quanto poi in realtà non sia davvero il problema fondante, non c’è nulla di positivo nella nostalgia proposta da questo tipo di persone.

Dalle pacate manifestazioni di protesta, alle critiche più feroci e verbalmente accese, c’è già chi propugna il boicottaggio di prodotti e negozi con il marchio di Sarni. Chitoi: Esatto: c’è il culto dell’uomo che andava a lavorare in fabbrica vs il metrosessuale con cui si identifica il calciatore tipo, Ranieri che era criticato da un peccatore di hybris come Mourinho, quindi un po’ la tisis dell’arroganza e il fatto che fino all’anno scorso nessuno conosceva il Leicester e quindi sembrava qualcosa di alieno, la vera favola di provincia. Il salone del libro di Torino di quest’anno è stata l’occasione per intervistare due scrittori, uno italiano, Gian Luca Favetto, e l’altro inglese, Antony Cartwright, che a quattro mani hanno fatto rivivere quella drammatica giornata nel loro libro “Il giorno perduto: racconto di un viaggio all’Heysel”. Siamo riusciti a entrare in possesso di in termini di biancheria da bagno e salire ulteriormente la erba in doccia calda e inoltre esattamente dove ho fatto tutte le toppers e additiona Kable express.. Special Court Maglie: Tutti o. Eppure non vedo grossi talenti nelle piazze più famose del “bel paese”. E intanto Allegri lotta con una squadra che ha difficoltà ad andare in rete e che più che di un Romulo o di un Morata avrebbe avuto bisogno dei suoi giovani talenti in provincia.

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