Degna di nota risultò la sfida d’andata giocata allo stadio Meazza in cui l’Inter, passata in svantaggio a causa di un rigore trasformato da Del Piero all’89’, riacciuffò il pareggio al 5′ di recupero, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, grazie alla singolare marcatura “in coabitazione” fra Vieri e il portiere nerazzurro Francesco Toldo, spintosi nell’occasione in avanti. Al momento, la Juventus è in testa alla classifica con un vantaggio significativo sugli avversari. La nostra collezione di abbigliamento Juventus presenta una vasta varietà di prodotti ufficialmente licenziati di Juventus, che comprende tutto, dai kit Juventus di questa stagione, giacche e felpe Juventus, cappelli Juventus e sciarpe ufficiali di Juventus, fino agli accessori Juventus e ai cimeli & memorabilia di Juventus. A causa della crisi societaria la squadra viene parzialmente smantellata con le cessioni di Salomón Rondón (giovane talento esploso nella squadra nell’ultima stagione), Cazorla, Mathijsen e Maresca; tuttavia a fine mercato vengono acquistati, per la nuova stagione, i giocatori Javier Saviola, Roque Santa Cruz e Oguchi Onyewu. Tuttavia questa divisa è stata utilizzata dai calabresi nella storica partita di Torino, vinta contro la Juventus, nella Coppa Italia 1965-66, che avrebbe lanciato il Catanzaro in finale, poi persa contro i gigliati di Firenze.
Il 10 giugno la Juventus, con il Cabezón autore nell’occasione di 6 gol – tuttora un record nel campionato italiano per quanto concerne il maggior numero di reti segnate in una singola partita -, sconfisse platonicamente per 9-1 un sodalizio milanese che, in segno di protesta contro la ripetizione della gara, aveva scelto di schierare la propria squadra giovanile. Il campionato del 1934-1935 segnò invece un testa a testa fra le due formazioni fino all’ultima giornata, in programma per il 2 giugno 1935, con le due rivali fin lì appaiate in vetta a quota 42 punti: la Juventus sconfisse 1-0 a Firenze la Fiorentina, mentre l’Ambrosiana-Inter, perdendo 4-2 a Roma con la Lazio, lasciò ai piemontesi la gioia del quinto scudetto consecutivo. La Juventus, tra le più antiche società calcistiche d’Italia, nacque a Torino nel 1897 per volontà di un gruppo di studenti liceali, mentre l’Internazionale si costituì a Milano nel 1908 per scissione dai concittadini del Milan. La Juve ha già vinto 13 scudetti, l’Inter 10. Il Milan?
1-0 in Lombardia due settimane più tardi con un gol di Oscar Engler; l’Inter avrebbe poi conquistato a fine stagione il suo primo titolo italiano. La rivalità continuò ad essere accesa anche nel corso della stagione 2022-2023, con le due formazioni che si sfidarono in quattro occasioni. Nonostante il dominio bianconero in campionato durante gli anni 1970, i meneghini riuscirono a sconfiggere i torinesi in ben 11 occasioni nel corso del decennio, a fronte di 16 affermazioni dei piemontesi e 6 pareggi. Nelle gare disputate durante gli anni 2000 si registrò grande equilibrio, con 7 affermazioni per la Juventus, 6 per l’Inter e ben 11 pareggi. Il bilancio conclusivo degli anni 1960, epoca in cui venne coniata la definizione di “derby d’Italia” per questa sfida, fu di 9 vittorie juventine, 7 interiste e 5 pareggi. Queste vittorie hanno contribuito a diffondere l’interesse per il tutto calcio femminile, attirando nuovi fan e sponsor. Torino, in quella che è, ancora oggi, la loro miglior striscia di vittorie in casa dei piemontesi. Nel 1961 fu ancora la Juventus a centrare la sua vittoria col maggior scarto.
Tutto ciò rende l’incontro tra le due squadre molto simile a una stracittadina, permettendo il successo di tale locuzione popolare ancora oggi. Negli anni 1980, dopo la fine del blocco quindicennale (eredità della disfatta coreana) all’ingaggio degli stranieri in Serie A, gli incontri fra nerazzurri e bianconeri videro protagonisti due tra le maggiori stelle del tempo quali il francese Michel Platini e il tedesco Karl-Heinz Rummenigge. La squadra nerazzurra si rifece di lì a poco, trionfando nel campionato del 1952-1953 e tornando nell’occasione a cucirsi il tricolore al petto a tredici anni dalla sua precedente affermazione. Succede a Mantova, giovedì 1º giugno, ultima di campionato. Conte ad interrompere il ciclo di successi bianconero in campionato che durava da nove anni. Ci riesce l’anno dopo realizzando 6 gol in campionato (più due in quattro partite di Coppa Italia di Serie C), togliendosi anche la soddisfazione di essere l’ultimo calciatore nella storia del Napoli a indossare la maglia numero 10, quella che fu del suo idolo Diego Armando Maradona, in campionato allo Stadio San Paolo il 30 aprile 2006, (l’ultimo a indossarla in assoluto in campionato sarà però Mariano Bogliacino in casa del Lanciano il 12 maggio del 2006 e sarà anche l’ultimo in gare ufficiali nella finale di ritorno della Supercoppa di serie C il 18 maggio 2006) segnando anche un gol contro il Frosinone, resterà famosa la sua esultanza in lacrime in cui espone una maglietta con l’immagine di Maradona e la scritta “Chi ama non dimentica, onore a chi ha fatto la storia del Napoli”.
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