Il 2021 è stato un anno di rinascita per il calcio mondiale. Nessuno è stato come lui. Maradona è stato un giocatore sublime, straordinario, ma aveva un piede solo, è durato meno di Pelé e non ha vinto tre mondiali. Contro Maradona ho giocato nel mondiale dell’82, nel girone a tre che vedeva impegnata anche l’Italia. Eppure contro di me Diego… Tutto il catino in prossimità del palco, ricoperto da un tappetone azzurro, è gremito dalla folla che non risparmia il fiato per osannare la vittoria contro la Francia. Festeggiare le cento presenze con una vittoria così importante è una grande soddisfazione per me. Un sorridente Del Piero è tra i primi a fermarsi a parlare con i giornalisti: «È un grande emozione, ora vogliamo festeggiare». GALEONE Distinguerei due epoche: Pelé è stato il più grande dai mondiali in Svezia del ’58 fino alla vigilia di quelli messicani dell’86, poi inizia l’èra Maradona.

Cosa mi colpiva di Pelé? 350mila euro per avere cosa? «E’vero, sognavo di giocare con Rui, ma è difficile avere sogni adesso, perché il Milan è veramente una squadra completa. Un confronto piuttosto breve, di pochi minuti, perché entrai in campo alla fine a risultato ormai acquisito in favore dei brasiliani. Nike: la maglia da trasferta dei Gunners della stagione 1995/96 – sì che ve lo ricordate Dennis Bergkamp in blu, doppio fulmine e sponsor Jvc sul petto. Che sia bianca, blu, rossa o rosa, la divisa dei francesi presenta quasi sempre il fedele scaglione, questo resistente anche ai cambi di sponsorizzazione, oltre che al tempo. La facciata, slanciata verso l’alto, è divisa in due ordini: quello inferiore presenta un portale inquadrato da due colonne e una trabeazione arricchita da due ricci di timpano e da una croce su volute; ai lati due nicchie riccamente ornate sormontate da altrettanti cartigli. Ma tra i due Pelé era più completo, aveva una gamma di colpi maggiore: testa, destro, sinistro, acrobazia, scatto, allungo, potenza, non mancava niente. Pelé non è stato solo la faccia bella del Brasile e il più importante ambasciatore del nostro paese, ma anche un simbolo mondiale. Ai quarti oltre alla Corea del Sud approdano anche il Senegal, la Turchia, la Spagna, la Germania, gli Stati Uniti, l’Inghilterra e il Brasile.

Il 18 giugno gli azzurri si presentano a Daejeon per sfidare i padroni di casa della Corea del Sud allenati da Gus Hiddink. E fra antichi e moderni, quando gli accadeva di frammettersi alla conversazione con quella sua voce di duplice timbro, un poco ironica, stabiliva confronti di un’acutezza che sorprendeva. Poco dopo è capitan Cannavaro a lanciare un coro da stadio per Gianluca Pessotto. La premessa scontata, ma d’obbligo, è che si sta parlando di due uomini nati per giocare al calcio. Preparando la partita con i miei giocatori mi rifiutai di applicare sull’argentino una marcatura fissa o come spesso facevano i miei colleghi una doppia marcatura: il più delle volte, due mastini che gli saltassero alle caviglie appena prendeva il pallone. Il Messico invece batte 2-1 la Croazia, presentandosi con 6 punti alla sfida finale di Oita con gli azzurri.. Un esempio positivo per la squadra sotto tutti i punti di vista. Vista a posteriori si può dire che l’Italia si giocò il Mondiale proprio l’8 giugno a Ibaraki con la squadra di Mirko Jozic. Il Palermo ha modificato più volte il proprio stemma. Diego invece l’ho incontrato da avversario tante volte con la Sampdoria e con la Nazionale.

412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 2017. Opera dell’architetto Benedetto Camerana, la sala espone nuove progettazioni multimediali oltreché giochi di luci LED e specchi che illuminano e nascondono di volta in volta i trofei in mostra, maglie personalizzate calcio presentandoli come se fossero degli ologrammi. Questa colonna è stata resa celebre dallo schizzo del pittore francese Jean Louis Despréz (1778) conservato all’Accademia di Belle Arti di Stoccolma, che servì come guida per la notevole incisione che lo stesso autore fornì il 1781 per le pagine del Voyage pittoresque, ou description des Royames de Naples et de Sicile (Parigi 1771-1786), opera dell’abate C. Richard de Saint-Non. E anche sotto il profilo della leadership e della personalità scelgo Pelé, una guida e un esempio riconosciuto da tutti, compagni e avversari. Noi combattiamo perché tutti, anche i padroni, anche i nostri nemici, capiscano dov’è la salvezza. Cambiano i tempi e il modo di giocare e non mi stupirei se anche a campioni così luminosi qualche nostro allenatore pignolo richiedesse «compiti di copertura» o di «tenere la posizione» perché «nel calcio d’oggi il fantasista deve anche sacrificarsi…

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