Giuoco Calcio occupando il 77º posto, con alle spalle mezzo secolo di partecipazioni a campionati professionistici. La compagine (che cambiò poi nome in Giana Erminio) militò per decenni nei campionati regionali lombardi, senza spingersi oltre. A.S. GIANA Erminio (canale), su YouTube. Quello dei settanta fu un decennio caratterizzato da forti problemi economici e vari cambi di proprietà, e di questi uno dei più significativi fu l’assorbimento del club nella appena costituita Salernitana Sport S.p.A, società sorta il 18 luglio 1977 per evitare di far scomparire la Salernitana dai professionisti e che come primo presidente ebbe Enzo Paolillo (come allenatore Carlo Facchin, poi sostituito per una settimana dal vice Mario Saracino, ossia per coprire l’attesa dell’ingaggio di Enea Masiero, anch’egli poi esonerato in corso d’opera e sostituito dall’allenatore-giocatore Lucio Mujesan). Le squadre che competono in classi più piccole ricevono meno soldi per le loro partite, e se promosse a un livello superiore, possono affrontare i problemi di potere rispetto a grandi squadre, con conseguente loro retrocessione. Nel 1949 inoltre, grazie al pittore Gabriele D’Alma la Salernitana cambiò il proprio logo, adottando come simbolo un ippocampo (già emblema della Scuola Medica Salernitana), che per qualche stagione comparve anche sulle casacche di gioco.
Nonostante fino a poche giornate dalla fine fosse terza e apparisse in pieno controllo della situazione, una serie di sconvenienti pareggi consecutivi arrivati nella tarda primavera del 1995 fecero sì che la Salernitana dilapidasse in breve tempo un cospicuo margine di vantaggio accumulato sulle inseguitrici. Inoltre sempre per quanto riguarda lo sponsor tecnico, non vi è più il vincolo di esporre sulle maglie quello del fornitore ufficiale, bensì le squadre possono accordarsi con uno sponsor tecnico diverso. Maglie storiche da ciclismo delle nazionali ai Mondiali ed Olimpiadi e delle squadre professionistiche che hanno partecipato al Tour de France, Giro d’Italia, Vuelta a España e tutte le grandi classiche. Altre avversioni del Fulham sono verso il West Ham United, il Crystal Palace, il Charlton Athletic, il Tottenham Hotspur e l’Arsenal (i tifosi di queste ultime due squadre sono i protagonisti di una delle maggiori rivalità di tutta l’Inghilterra). Nel campionato 1982-1983 di Serie C2, la città di Brindisi è rappresentata da due squadre. Le stagioni 1997-1998, 1998-1999 e 1999-2000 vedono il Mantova stabile in Serie C2, senza correre rischi né manifestare ambizioni particolari: il massimo risultato è costituito dai play-off disputati (e poi persi) contro il Prato (2-1, 1-1). Tale stagnazione finisce per tendere i rapporti tra Freddi e la tifoseria: nel 2000 il patron passa quindi la mano a Mario Cioli.
Anche la Salernitana non fu da meno, ma molti degli acquisti realizzati si rivelarono in breve tempo inadeguati per la categoria e per le stesse ambizioni della Salernitana, costringendo i granata a un’annata di grande sofferenza. Grazie a un organico pressoché invariato rispetto al precedente campionato e a degli automatismi ormai ben oliati, Delio Rossi riuscì a ottenere risultati anche in cadetteria, installandosi fin dai primi mesi nelle posizioni utili per il salto di categoria. All’inizio della nuova stagione, per l’occasione, la squadra campana si presentò ai nastri di partenza con un nuovo stadio, l’Arechi, così chiamato in onore del principe longobardo Arechi II, sovrano medievale della città. Eppure fu proprio verso gli ultimi anni di quel decennio che la situazione iniziò a cambiare in meglio, con una nuova proprietà con a capo Giuseppe Soglia. A Plaitano è dedicato uno dei principali gruppi della tifoseria della Salernitana: gli Ultras Plaitano. L’infortunio di Giovanni Pisano all’esordio in campionato pesò oltremodo nella prima parte della stagione, influendo negativamente sui risultati di squadra per tutto il girone d’andata; la situazione fu inasprita da una contestazione dei tifosi, che portò alle temporanee dimissioni di Aniello Aliberti dalla carica di presidente.
Guidata dall’allenatore Domenico Rosati, la squadra del presidente Gagliardi venne composta da giocatori esperti come Piccoli, Scarnicci e Cignani, e giovani come Corbellini e Pierino Prati, talentuoso giocatore al debutto. Oltre alle decisive reti di Marco Di Vaio (21, capocannoniere) ed Edoardo Artistico (12), fu fondamentale l’apporto di un centrocampo di qualità (composto dal già citato Roberto Breda, dai fratelli Giovanni e Giacomo Tedesco e dal trequartista Alessio Pirri), oltre che di una difesa imperniata su cavalli di ritorno (Ciro Ferrara, Vittorio Tosto, rientrato a Salerno l’anno prima) e giovani di buone prospettive (Luca Fusco). Tutti sono giovani e sconosciuti, alla loro prima esperienza in un campionato professionistico, e formano una sorta di “blocco” intoccabile, essendo cresciuti per la maggior parte nelle giovanili del club. Rivitalizzati dal terremoto interno e guidati da un Marco Di Vaio maggiormente decisivo sotto porta, nel girone di ritorno i granata riuscirono inizialmente a ottenere migliori risultati, sconfiggendo molte delle grandi transitate per l’Arechi e, così, risalirono leggermente la china. Infatti, i migliori giocatori godono di stipendi milionari.
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